la 112 è stata la prima auto da gara che abiamo allestito.





L’Autobianchi A-112 fu presentata al Salone di Torino, alla fine del 1969, entrò in commercio all’inizio del ’70, e smise di essere prodotta nell’86. Essa fu progettata (sotto la direzione del bravo ingegnere Dante Giacosa) per sostituire la Bianchina, e si dimostrò all’altezza del compito. I tecnici dell’Autobianchi, con l’A 112, vollero realizzare una vettura leggermente più grande della Bianchina, ma sempre compatta e, soprattutto, dotata di un aspetto signorile, che le consentisse di distinguersi dalle utilitarie. Secondo la mia opinione, questo scopo fu raggiunto, perché io credo che le A 112 siano vetture belle e dotate di quella signorilità che i progettisti cercavano. Va, inoltre, detto che, se il pubblico non avesse accettato le caratteristiche e l’aspetto della vettura, non le avrebbe dato il successo che ebbe.
L’auto aveva il motore anteriore trasversale, e la trazione anteriore. Dal punto di vista storico, l’A 112 fu una delle automobili che contribuirono a far gradire, al pubblico italiano, questo schema tecnico, che oggi è usato sul quasi tutte le automobili piccole e medie. Il pregio fondamentale dello schema, è quello di consentire uno sfruttamento razionale del volume interno dell’auto, perché, con esso, è possibile:
– eliminare l’albero di trasmissione (presente sulle auto con motore anteriore e trazione posteriore), il quale riduce lo spazio nell’abitacolo;
– concentrare, nella parte anteriore dell’auto, gli organi meccanici, in modo da avere più spazio, nella parte centrale e posteriore della carrozzeria, per i passeggeri e i loro bagagli;
– creare delle auto più corte di quelle equipaggiate col motore longitudinale.
La prima vettura di grande serie con lo schema “trazione anteriore – motore trasversale”, fu la Mini, progettata da Alec Issigonis ed entrata in produzione nel 1959. Dopo, lo schema fu usato dall’ingegner Dante Giacosa per l’Autobianchi Primula, che fu costruita dal 1964 al ’69. Alla fine degli anni ’60, la soluzione fu usata sulla Fiat 128 e le Autobianchi A 111 e A 112 (tutte ideate da Giacosa).
La prima versione dell’A 112, era equipaggiata con un motore a quattro cilindri di 903 cmc, che fu disponibile, sulla vettura, fino alla fine della sua produzione. Altre caratteristiche di tutte le versioni della piccola Autobianchi, furono:
– le sospensioni a ruote indipendenti su entrambi gli assi;
– i freni anteriori a disco e posteriori a tamburo.
Sarebbe impossibile, nello spazio di un articolo, raccontare tutta l’evoluzione dell’A 112. Mi limiterò a descrivere i cambiamenti più importanti. La prima serie dell’auto, fu prodotta dall’inizio del 1970 alla fine del ’73. Nel periodo dal ’70 al ’71, l’auto fu disponibile in una sola versione, le cui caratteristiche principali erano le seguenti:
– motore a ciclo Otto, a quattro cilindri in linea, disposto anteriormente, in posizione trasversale. Cilindrata 903 cmc. Distribuzione con due valvole in testa per cilindro, azionate da aste e bilancieri. Alimentazione con un carburatore Weber 30 IBA 27/350. Raffreddamento a liquido. Rapporto di compressione 9:1. Potenza 44 CV DIN a 5600 giri/minuto. Coppia 6,3 kgm DIN a 4200 giri/minuto;
– trazione anteriore;
– cambio manuale a quattro marce;
– carrozzeria portante. Sospensioni a quattro ruote indipendenti;
– freni anteriori a disco e posteriori a tamburo, privi di servoassistenza;
– dimensioni: lunghezza 3,23 m; larghezza 1,48 m; altezza 1,36 m; passo 2,038;
– peso in ordine di marcia: 670 kg;
– velocità massima dichiarata: superiore ai 135 km/h.
Alla fine del ’71, la gamma delle auto della 1a serie fu ampliata, perché entrarono in produzione i modelli E ed Abarth (di quest’ultimo, parlerò più avanti). La E era una versione più lussuosa della vettura; l’Abarth era la versione sportiva.
La 2a serie fu costruita dalla fine del ’73 al dicembre del ’74. Le auto di questa serie, ricevettero alcune modifiche di dettaglio, la più importante delle quali fu l’aumento della potenza del motore montato sulle versioni normale ed E; la potenza divenne di 47 CV DIN, senza variazioni nella cilindrata.
La 3a serie fu prodotta dal dicembre del ’74 alla fine del ’77. Tutte le A 112 di questo tipo, furono omologate per cinque persone (i modelli precedenti potevano accogliere solo quattro passeggeri). Dal punto di vista estetico, esse ricevettero alcune leggere modifiche. Nel luglio del ’75, la potenza del motore che equipaggiava il modello base, fu abbassata a 42 CV.
Le A 112 della 4a serie, furono costruite dalla fine del ’77 al luglio del ’79. Esse avevano un aspetto diverso dalle precedenti; i cambiamenti più vistosi riguardarono la forma della mascherina anteriore e dei fari posteriori. Il modello E ricevette un motore di 965 cmc (derivato da quello di 903 cmc), con 48 CV DIN.
Un nuovo restyling dell’auto avvenne nel luglio del ’79, con l’ingresso sul mercato della 5a serie, che fu prodotta fino alla fine dell’82. La gamma dell’A 112 fu composta dai modelli Junior, Elegant, Elite ed Abarth. La Junior aveva il tetto apribile, in tela, di serie, ed il motore di 903 cmc; le Elite ed Elegant avevano il propulsore di 965 cmc. Sulla Elegant, erano disponibili, a richiesta, il cambio a 5 marce e l’accensione elettronica; sulla Elite, questi componenti erano di serie.
La 6a serie fu costruita dalla fine dell’82 all’inizio dell’84. La gamma della vettura fu composta dai modelli Junior (col motore di 903 cmc e il cambio a 4 marce), Elite (col propulsore di 965 cmc e la trasmissione a 5 marce), LX (con la stessa meccanica della Elite) ed Abarth. Le Junior non ebbero più il tetto apribile di serie; in compenso, fu disponibile, a richiesta, su tutti i modelli, il tetto apribile in cristallo. Nella primavera dell’84, entrarono nel mercato le A 112 della 7a serie, che presentavano alcuni ritocchi all’estetica e all’equipaggiamento.
All’inizio dell’85, entrò in produzione l’8a serie, la cui gamma era composta di un solo modello, chiamato, semplicemente, A 112; questa vettura era uguale alla Junior della 7a serie. La produzione dell’auto si concluse all’inizio dell’86.
Nel corso della sua permanenza sul mercato, l’A 112 fu costruita in circa 1.300.000 esemplari, fu amata dal pubblico italiano, e fu apprezzata anche in Europa. Durante gli anni ’70 e i primi anni ’80, la piccola vettura fu sempre presente nella classifica delle dieci automobili più vendute in Italia.
L’A 112 Abarth.
La versione dell’A 112 più conosciuta e ricercata dai collezionisti, e l’Abarth, che era una vetturetta d’impostazione sportiva, costruita con l’aiuto della celebre azienda di Carlo Abarth. Essa fu prodotta dalla fine del ’71 all’inizio dell’85. La prima serie dell’Abarth fu prodotta dalla fine del ’71 alla fine del ’73. Dal punto di vista tecnico, la differenza più importante tra essa e le altre A 112, era costituita dal motore, che, pur essendo derivato dal 903, aveva le seguenti peculiarità:
– la cilindrata era di 982 cmc;
– tutti gli organi interni mobili (come l’albero motore, i pistoni e l’albero a camme) erano stati cambiati;
– il carburatore era un Weber doppio corpo, del tipo 32 DMTR.
Grazie a queste modifiche, l’Autobianchi dichiarò, per l’Abarth, una potenza di 58 CV DIN, a 6600 giri/minuto, ed una coppia di 7,5 kgm a 3800 giri/minuto. Altre peculiarità dell’auto, erano:
– la verniciatura nei colori rosso e nero, che dava, alla macchina, un aspetto grintoso;
– la presenza del servofreno, che agiva solo sui freni anteriori;
– i sedili di tipo sportivo, con poggiatesta integrato;
– un maggior numero di strumenti sul cruscotto.
La velocità massima dell’auto, rilevata da “Quattroruote” nel ’72, era di 151,931 km/h, contro i 137,292 dell’A 112 normale.
L’Abarth fu costruita in 7 serie. Della prima, ho già parlato. La seconda, fu prodotta dalla fine del ’73 alla fine del ’74, e aveva solo piccole differenze rispetto alla prima. Un cambiamento importante avvenne con la 3a serie, che fu costruita dalla fine del ’74 alla fine del ’77. In questa serie, furono presenti due versioni dell’Abarth: una col motore di 982 cmc, e l’altra con un propulsore di 1050 cmc (derivato dal 982), che erogava una potenza di 70 CV DIN a 6600 giri/minuto, ed una coppia di 8,7 kgm a 4200 giri/minuto. All’inizio del ’76, la versione col motore 982, fu tolta di produzione.
Le Abarth della 4a serie, ebbero le stesse caratteristiche meccaniche dell’Abarth 70 HP. Le Abarth della 5a serie (prodotte dal luglio del ’79 alla fine dell’82) ricevettero alcune modifiche importanti, giacché tutti gli esemplari della piccola sportiva, furono equipaggiati con l’accensione elettronica e il cambio a 5 rapporti (i modelli precedenti avevano solo quattro marce). La cilindrata del motore e la potenza, non cambiarono. Nel ’79, i giornalisti di “Quattroruote” provarono le A 112 Junior, Elite ed Abarth della 5a serie, e rilevarono, per l’Abarth, una velocità massima di 153,1 km/h (contro i 130 della Junior e i 139,52 della Elite). L’accensione elettronica, e il cambio a cinque velocità, furono montati anche sulle Abarth della 6a serie (prodotta dalla fine dell’82 all’inizio dell’84) e della 7a serie (dall’inizio dell’84 all’inizio dell’85).
L’Abarth fu costruita in un numero di esemplari inferiore a quello delle altre A 112, ma fu ugualmente amata dagli appassionati, grazie alle sue buone prestazioni. Essa, inoltre, fu molto usata nelle gare di velocità e nei rallies. A questo proposito, va ricordato che in Italia, dal 1977 all’84, fu disputato il Trofeo A 112 Abarth, che era organizzato dal gruppo Fiat. Erano valevoli, per il Trofeo, diversi rallies italiani, ed i partecipanti usavano le A 112 modificate con dei pezzi speciali, venduti dalla Fiat. Il trofeo permise a vari rallisti italiani (come Attilio Bettega, che vinse l’edizione del ’77) di fare esperienza e farsi conoscere dal pubblico.